In via Londonio 28, a Milano, 80 anni fa nasceva Giorgio Gaber, il cui vero cognome è Gaberscik. E adesso una targa sulla facciata ricorderà la casa natale del signor G. , scomparso nel 2003 e inventore del Teatro-Canzone. 

«Solo questo lunedì ho realizzato che domani, venerdì 25 gennaio, sarebbe stato l’ottantesimo compleanno di Giorgio Gaber. – confessa il poliedrico artista e cantautore legnaghese, Leonardo Maria Frattini – Gaber è sicuramente uno dei miei punti di riferimento come musicista, autore, interprete, per il suo incredibile senso dello spettacolo, per l’occhio critico e ironico al tempo stesso con cui osservava Milano e l’Italia della ripartenza, sviluppo sì, ma anche appannamento degli ideali».

«Le canzoni di Gaber – continua Frattini – sono nella mia testa sin da bambino, il suo stile accomunava i gusti di mio padre con quelli dei miei fratelli maggiori. Più recentemente l’ho affrontato in maniera più analitica, in particolare due anni fa preparai una lezione a lui dedicata per l’Utlep, lezione che poi diventò una splendida serata nel cortile del museo Fioroni nell’ambito dell’estiva rassegna Kult.

Mi sembrava quindi doveroso festeggiare questo cantautore diventato uno dei nostri patrimoni artistici».

Trovandosi in ritardo nell’organizzare questo tributo – racconta l’artista, ha lanciato un appello su Facebook; in diversi, hanno risposto, ma il commento più tempestivo è stato quello del sindaco Clara Scapin che gli ha offerto la possibilità di realizzarlo in quattro e quattr’otto nel foyer del teatro Salieri, teatro, tra l’altro in cui Gaber già malato passò in una delle sue ultime tournée.

Quindi alle 18.30, domani venerdi 25 gennaio, presso il Caffè Teatro di Daniela Giri, per l’aperitivo, come si suol dire, accompagnato da Vittorio Pozzato ripercorrerà cronologicamente le principali tappe della vita di Giorgio Gaber attraverso una quindicina di canzoni: dagli esordi rock’n’roll come “Una fetta di limone” fino all’ultima “Io non mi sento italiano” passando per alcuni dei suoi più grandi successi come “Barbera e Champagne”, “Lo shampoo”, “La libertà”.

Ingresso libero.