Il Pd veronese resta affidato al commissario per non rischiare ulteriori divisioni. È questo quanto deciso nellʼassemblea provinciale di venerdì 26 ottobre, a Verona, che ha sancito il patto a tre Pernice, Marconi e Lanza. Un commissario che, per ora non cʼè, visto che lʼattuale, lʼonorevole Andrea Fiano, è dimissionario.
La mozione firmata dai due sfidanti al ballottaggio (mai tenuto), Valeria Pernice e Claudio Marconi, e sottoscritta anche dal terzo candidato al congresso consumato due anni fa, Massimo Lanza, non ha fatto altro che sancire quanto sta accadendo nel partito, diviso nelle tre anime uscite dal congresso del dicembre 2016: Marconi, vicesindaco di Legnago sostenuto dalle aree che fanno riferimento a Orfini e Franceschini, con il deputato Vincenzo
DʼArienzo e lʼex consigliere regionale Franco Bonfante; Valeria Pernice, renziana, sostenuta dai parlamentati Alessia Rotta, Gianni Dal Moro e Diego Zardini; e lʼorlandiano Massimo Lanza.
Ora, lʼassemblea ha deciso di affiancare al commissario un gruppo di lavoro che rappresenti questa ritrovata unione e che, soprattutto, tolga il partito dallʼimmobilismo in cui è caduto. Un commissario che verrà nominato dagli organismi nazionali nelle prossime ore e che potrebbe essere sempre Fiano. Questo, in attesa del congresso provinciale che si dovrebbe tenere in febbraio, in previsione del congresso nazionale che deciderà il nuovo segretario nazionale dopo le recenti dimissioni di Maurizio Martina. E finalmente, Verona avrà il suo segretario provinciale del Pd.
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Foto: in alto da sinistra, Claudio Marconi, Valeria Pernice e Massimo Lanza.