Il 4 novembre l’Italia celebra il Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate per ricordare il 4 novembre 1918, anniversario della vittoria e del termine della Prima Guerra Mondiale per l’Italia.
Quel giorno, infatti, l’Impero Austro-Ungarico si arrendeva all’Italia, in base all’armistizio firmato a Villa Giusti a Padova.
Successivamente l’Italia completò l’Unità Nazionale con l’annessione di Trento e Trieste.
Questa mattina sul Sacrario di Piazza San Martino si è svolta la celebrazione promossa dal Comune alla presenza di autorità civili, militari e religiose e delle associazioni combattentistiche e d’Arma, presiedute da Maurizio Mazzocco.
«Oggi si ricorda il 4 novembre 1918, 100 anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. – ha ricordato il sindaco Clara Scapin – Un’occasione per riflettere su quei tragici avvenimenti e commemorare i caduti , la loro memoria è affidata a noi. E chi non conosce la storia è condannato a ripeterne gli errori.
Durante la Prima Guerra Mondiale gli uomini furono mandati al fronte a combattere. All’interno delle famiglie e delle fabbriche le donne presero il loro posto. Se si vinse la guerra fu grazie al sacrificio degli oltre 700mila soldati caduti ma anche grazie a quelle donne.
L’articolo 11 della nostra Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra […]. Questo non dovremmo scordarlo mai».
Cosa successe nel 1915-1918
Il 28 luglio 1914 L’impero d’Austria e Ungheria dichiara guerra alla Serbia e segna l’inizio della Prima Guerra Mondiale, con l’entrata in guerra di altre nazioni europee nel mese di agosto: Germania, Russia, Francia, Inghilterra, Belgio, etc
. Il regno d’Italia, già alleato con gli imperi austroungarico e germanico (Imperi Centrali), rompe il trattato l’anno seguente schierandosi con gli avversari. L’Italia entra quindi in guerra accanto all’Intesa (Francia, Inghilterra, impero russo, etc.) il 24 maggio 1915 e chiude ufficialmente le ostilità alle ore 15.00 del 4 novembre 1918. Questo senza dimenticare che alla Germania viene dichiarata la guerra nel 1916.
Il Regio Esercito Italiano mobilita in totale 5.728.277 uomini, dei quali 4.199.542 operativi sui seguenti fronti di guerra: albanese, italiano, francese, macedone.
Quarantatre mesi di guerra costano al Popolo Italiano un tributo in vite umane enorme, ma tutt’oggi ancora oggetto di controversie, perché non si è ancora stabilito con esattezza quanti siano stati i morti, i feriti, gli invalidi permanenti e i fucilati, tanto tra i militari quanto tra i civili. Le cause delle morti sono state determinate dalle armi sui campi di battaglia, dai suicidi, dalle esecuzioni (sia sommarie, sia a seguito di processi), dagli eventi climatici (gelo, valanghe, etc.), dalle privazioni, dalla malnutrizione, delle malattie, dalle epidemie.
Le stime probabili:
Soldati morti
780.000 di cui:
406.000 per cause belliche,
274.000 per malattia,
100.000 nei campi di prigionia stranieri.
Soldati feriti
950.000 – 1.050.000
Soldati ammalati
2.500.000
Soldati invalidi
462.800 – 463.000 a causa di ferite o di malattie, secondo i dati militari.
Civili morti
500.000 – 1.000.000