Manuel Scalzotto, sindaco di Cologna Veneta, sarà probabilmente il successore di Antonio Pastorello alla presidenza della provincia.

Il direttivo della Lega lo ha indicato all’unanimità, cosa non frequente, di questi tempi, nel Carroccio veronese.

Le elezioni si terranno il 31 ottobre, mentre i suoi 16 consiglieri saranno eletti in febbraio.

Ad oggi, gli aventi diritto al voto sono 1.313 tra sindaci e consiglieri comunali. Il sistema di voto è il cosiddetto “ponderato”, ovvero la preferenza espressa da ogni singolo consigliere e sindaco avrà un peso differente in relazione al numero di abitanti del Comune in cui si amministra. 

Il nuovo presidente resterà in carica per quattro anni, oppure decadrà automaticamente se dovesse cessare il suo mandato di sindaco. Per quanto riguarda il Consiglio Provinciale invece, la carica degli eletti durerà 2 anni. 

Scalzotto è stato scelto anche come accettabile mediazione tra la corrente interna di Paternoster-Coletto e quella di Fontana-Montagnoli, in contrapposizione ad Arturo Alberti, sindaco di Grezzana, candidato in veste civica, senza partiti di riferimento. 

Al suo fianco ci sarà comunque una frangia di Forza Italia rappresentata dal primo cittadino di Garda, Davide Bendinelli, ma a lui fanno riferimento anche i Tosiani e probabilmente i Democratici. 

Manuel Scalzotto, sindaco leghista 48enne di Cologna Veneta, laureato in Economia a Parma, fiscalista con uno studio in centro a Cologna, è sostenuto da una coalizione di centrodestra composta da Lega, Battiti, FdI, Verona Domani, Verona Pulita e dall’altra frangia di Forza Italia. 

«È superfluo sottolineare che quando il direttivo della Lega mi ha proposto di candidarmi alla presidenza la cosa mi ha riempito di orgoglio. Ora affronto questa campagna elettorale con molti stimoli, il ruolo è importante, la Provincia è una bella azienda, 120milioni da amministrare ma soprattutto la possibilità dove non arriva lo Stato o la Regione ecco chevpuò esserci sul Territorio, vicino alle necessità locali, la Provincia»- inizia così la breve chiacchierata con Manuel Scalzotto.

«Un vero danno per le Province è stata la legge Delrio e la sua riforma che ha portato per esempio i dipendenti della Provincia da 470 a oggi 300. Oltre al danno per il personale lasciato a casa ti trovi nella situazione che se devi, per esempio, controllare i mille ponti che abbiamo nella provincia, ti accorgi che ci sono solo dieci adetti all’ufficio tecnico, si capisce che così è matematicamente impossibile gestire la sicurezza territoriale».

Cosa succede nel centrodestra che si è diviso sulla tua candidatura.

«Non so dare una risposta politica a questa decisione di Bendinelli e di una parte di Fi, o meglio ho un’idea personale ma penso non valga la pena dirla. Una cosa è certa, che la mia sottoscrizione ha avuto il consenso di tanti Comuni straversali, dal sindaco di Verona, il Comune più grande, come dal sindaco di Brentino Belluno il Comune tra i più piccoli, oltre ad altri 27 comuni compreso il mio».

Perché mai i sindaci e i consiglieri dovrebbero scegliere Scalzotto piuttosto che Alberti.

«Potrei rispondere argomentando diverse ragioni, ma una su tutte penso sia la più importante e cioè il proseguimento di una linea politica con la Città, la Regione e con il Governo. Credo che Alberti sia bravo come me se non di più, questo non lo so, ma sicuramente avere un filo diretto con l’Amministrazione di Verona o della Regione, quando fai una telefonata, una segnalazione o chiedi un aiuto, sicuramente qualcuno ti ascolta attentamente e ti risponde».

Foto: a sinistra Manuel Scalzotto sindaco di Cologna Veneta e candidato della Lega alla presidenza della Provincia; a destra dall’alto, Loggia Frà Giocondo conosciuta anche come Loggia del Consiglio sede del Consiglio della Provincia di Verona in Piazza dei Signori; il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana e il consigliere regionale Alessandro Montagnoli tra i propositori della candidatura di Scalzotto.