Una vicenda tutta incentrata sulle piscine comunali di via Olimpia a Legnago, cinque gli accusati rinviati a giudizio. Tra gli imputati Alfonso Cavaliere, dirigente comunale a Rovigo, all’epoca dei fatti considerati dirigente in Comune a Legnago, Gianfranco Bardelle, presidente regionale Coni e amministratore unico di Padovanuoto e Roberto Schiavo, presidente di Legnagonuoto. A giudizio anche Daniela Bardelle e Roberto Danieli, consigliere comunale di minoranza, entrambi soci della Srl.

Per tutti è arrivata, nella giornata di martedì 18 settembre, una assoluzione piena dai capi d’accusa perché il fatto non sussiste.

L’ipotesi principale, formulata a vario titolo, era quella di turbativa d’asta. 

Al centro di tutto, secondo la ricostruzione della procura scaligera, il bando di gara per la gestione delle piscine comunali di Legnago, che avrebbe presentato anomalie considerevoli, tra cauzioni molto elevate e requisiti giudicati tanto stringenti da consentire, secondo questa interpretazione, la gestione solo a chi, poi, in effetti la ottenne. 

A un giorno di distanza dalla conclusione della vicenda giudiziaria Roberto Danieli ha più di un sassolino da togliersi dalle scarpe ma da persona disponibile e moderata qual è ha deciso di spiegare la sua verità che poi è quella accertata anche dai giudici.

Quando è iniziata la tua vicenda giudiziaria, in che veste e con quale accusa sei stato rinviato a giudizio?

– Sono entrato in questa vicenda in qualità di socio della Legnagonuoto, società senza scopo di lucro, costituita a fine 2011 e quindi dopo l’aggiudicazione della gara di appalto da parte di Padovanuoto. 

Già di per se questo aspetto faceva porre dei seri interrogativi sul fatto che il sottoscritto fosse stato rinviato a giudizio per fatti avvenuti precedentemente. Il Gip mi rinviò a giudizio immotivatamente asserendo che il sottoscritto aveva chiesto ad una impresa di costruzioni la disponibilità di costituire un’ATI ( la costituzione di una Assocciazione Temporanea di Impresa ndr ) per partecipare al bando di gara per la ristrutturazione dell’impianto natatorio del Comune di Legnago. Lascio, quindi, ai lettori capire quale fosse il reato che avrei commesso, del resto sia il sottoscritto che i miei legali anche dopo tre anni stentano ancora a trovare una risposta.

Con la sentenza di martedì tutte le accuse sono cadute, tutti gli imputati prosciolti perché il fatto non costituisce reato, cosa significa tutto questo?

– La sentenza di martedì è stata una liberazione da un incubo non solo per me ma per tutti gli imputati: assoluzione con formula piena perchè il fatto non costituisce reato. il che significa che non è stato commesso alcun reato non solo da me, ma da tutti gli imputati coinvolti e questo getta metri cubi di acqua su un fuoco che probabilmente qualcuno ha voluto a tutti i costi accendere e alimentare.

Esco a testa alta sia da un punto di vista professionale, visto che dopo l’uscita del bando, Padovanuoto mi commissionò l’incarico della progettazione architettonica e della direzione dei lavori ed anche come consigliere comunale eletto del resto nel 2014 e quindi a lavori ultimati. Ma questo nessun giornalista l’ha mai scritto.

Immagino che in tutto questo tempo non ti siano mancati gli attacchi personali, professionali o politici; ora queste persone rimarranno deluse visto il verdetto di assoluzione.

– Si, gli attacchi sono stati molteplici e soprattutto politici; la gente comune, invece, i miei clienti e chi mi conosce bene, mai hanno sollevato perplessità circa la mia correttezza e stima per la mia persona.

Però in questi anni ho dovuto subire di tutto e, a parte gli sparuti attacchi in Consiglio Comunale e nelle Commissioni, da parte per la verità di un solo consigliere di maggioranza, quello che più mi ha fatto male sono stati gli attacchi vigliacchi da parte di esponenti della mia stessa corrente politica, del centrodestra, che si sono permessi di emettere su di me una sentenza di colpevolezza ancor prima che il giudice mi giudicasse. 

Il tutto mai in mia presenza e senza mai avere il coraggio di dirmi le cose in faccia. I nomi di queste persone senza dignità non li farò mai, ma chi si è permesso, in maniera meschina, di definirmi davanti ad amici come il peggiore dei delinquenti o addirittura ha mandato articoli di giornale con evidenziato il mio nome alla presidenza del Consiglio Regionale deve sapere che io so tutto di loro e chi è stato.

Nessuna vendetta e nessuna richiesta di scuse, non mi interessa. 

A me basta uscire a testa alta da una vicenda che mi ha fatto capire tante cose e mi ha fatto passare momenti terribili che non auguro a nessuno; mi chiedo anche chi mi ripagherà di questi dolori.

Ho sempre svolto il mio ruolo di consigliere comunale di opposizione a dispetto di tutto e di tutti senza scendere a compromessi e continuerò a farlo fino alla fine del mandato elettorale con ancora più forza.

Ai media che non ti hanno risparmiato la gogna mediatica e che ora archiviano tutto in poche righe cosa gli vuoi dire.

– Io non ho nulla contro i giornalisti che del resto fanno il loro lavoro, mi fa specie però che nel giro di una settimana noi imputati abbiano avuto un trattamento terribile prima sbattuti in prima pagina come colpevoli chissà di quale infame reato e poi assolti con formula piena ma, come se nulla fosse accaduto, liquidati in quattro righe.

Un’altra cosa che mi ha fatto pensare è come mai durante il processo questi signori non hanno mai chiesto lumi agli avvocati difensori, ma parlavano sempre con l’accusa che ci dipingeva come autori di reati di corruzione ma che in realtà nessuno avevo commesso.

A parte la tua famiglia, ci sono state persone che ti sono state vicine e che ti hanno incoraggiato durante la tua disavventura giudiziaria.

– Ho tantissime persone da ringraziare, a cominciare dagli avvocati Ennio Frattini e Lorenzo Lillo, professionisti eccelsi, il cui compito forse più arduo è stato quello di farmi stare tranquillo; poi tutti gli amici di sempre che mai mi hanno fatto mancare il loro supporto, gli amici della politica e del gruppo di cui faccio parte che mi sono sempre stati vicino, Andrea Rettondini e Paolo Longhi che coinvolti come testi, hanno sempre difeso le scelte politiche e tecniche che hanno portato alla stesura di un bando che si è rivelato senza ombra di dubbio perfettamente rispondente alle norme in materia di lavori pubblici, le due società coinvolte Padovanuoto e Legnagonuoto con i dirigenti tutti con Mario Taglia in testa ed infine la mia famiglia, le mie bimbe e Lia che mi è sempre stata vicino in una fase terribile e non è stato facile…ma ora è finita.

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Foto: una delle piscine di via Olimpia della Legnagonuoto; l’architetto e consigliere comunale Roberto Danieli.