Ad un anno dalle elezioni del marzo 2017, il sindaco Marco Franzoni traccia un bilancio dell’attività: «Abbiamo riportato decoro e sicurezza in città, e lavorato per salvare l’autonomia del “Da Vinci”». Sono i due risultati che si sente di mettere sul tavolo Marco Franzoni, da un anno alla guida di Cerea. 

[ Intervista di Massimo Rossignati ]

È passato un anno dalle elezioni del marzo 2017, cosa avete trovato nei cassetti del Comune? Qualche problema del quale non eravate a conoscenza?

No, anche perché ho fatto pienamente parte della precedente amministrazione. Forse non ci aspettavamo di trovarci davanti ad una situazione di abbandono del decoro urbano del paese come quello che abbiamo riscontrato. E credo che qui il problema sia stato politico. Quindi al nostro insediamento abbiamo subito destinato maggiori risorse al decoro urbano ed alla manutenzione in generale dei beni pubblici e del paese. Questo, diciamolo, l’abbiamo potuto fare grazie ad un bilancio che abbiamo trovato in ordine.

Il tema principale che avere affrontato?

Quello che mi è stato a cuore fin da subito è stata la salvezza del liceo Da Vinci, da sempre un’istituzione per la cultura e la comunità di Cerea. Ci siamo trovati davanti uno scenario preoccupante di calo degli iscritti che stava seriamente mettendo a rischio l’esistenza dell’istituto. Lo sforzo portato avanti è stato di sostenere l’impegno della direzione del Da Vinci nel pro- muovere e coinvolgere le famiglie degli studenti delle terze medie del territorio sulle diverse proposte formative dell’istituto. Un impegno che ha visto il corpo docente dar vita a proposte extrascolastiche come il Progetto Campus aperto a tutti i ragazzi, i “Welcome Day” di presentazione alla scuola, l’apertura al territorio collaborando con l’Università del Tempo libero,

Una serie di azioni che hanno portato ad un aumento di iscrizioni alle prime classi pari al 40% rispetto allo scorso anno scolastico, con 128 ragazzi che si accingono dal 12 settembre a frequentare le tre classi prime del liceo e le due prime del tecnico commerciale. 

Numeri importanti che hanno invertito il trend negativo e permesso al Comune di avanzare, già da luglio, in tutti i tavoli istituzionali in Provincia, Provveditorato e Regione la richiesta di garantire l’autonomia al “Da Vinci”, oggi ancora con la presidenza in reggenza. È una battaglia sulla quale ci spenderemo fino all’ultimo. D’altronde, la Provincia ha investito soldi di tutti noi nel mantenere la struttura del Da Vinci e va quindi sfruttato al massimo. Considerando anche i problemi di sovradimensionamento del Cotta. Per esempio, secondo me è impensabile che vi sia lo stesso indirizzo di liceo sportivo al Da Vinci e al Cotta.

Quali sono stati gli altri principali temi che vi siete trovati ad affrontare?

In campagna elettorale ci siamo spesi molto su sicurezza e decoro urbano. E quindi abbiamo dirottato nuove risorse per rispettare le promesse fatte ai cittadini. Ma quando parlo di risorse non intendo solo finanziamenti come i 300 mila euro per rinnovare e ampliare l’illuminazione pubblica, ma anche le collaborazioni con associazioni civiche e di volontariato, a partire dal gruppo “Impegno Comune” sul fronte della pulizia delle zone verdi pubbliche; alla scelta di dare precise disposizioni alla Polizia Locale per poter intervenire in determinate situazioni, dall’accattonaggio agli sgomberi di senza tetto; all’aumento dei turni serali dei Vigili urbani. L’obiettivo è garantire ai cittadini di poter vivere la propria città in serenità. Altro tema legato al decoro del paese è la riqualificazione del patrimonio comunale, dall’illuminazione al risparmio energetico degli edifici sul quale siamo pronti a partire con un progetto da 500 mila euro entro fine anno.

Un problema eterno di Cerea è quello della viabilità come lo state affrontando?

Qui il nodo è l’esistenza di un’unica arteria che attraversa il territorio, la Regionale 10, vecchia, intasata e che percorre i centri dei paesi. Stiamo lavorando con gli altri Comuni al fine di arrivare ad una infrastruttura necessaria per eliminare il traffico pesante dai centri abitati. Che sia la famosa autostrada “Nogara-mare” o la variante alla Regionale 10 non mi interessa, ma deve essere chiaro che non possiamo perdere altri 30 anni. Come amministrazione comunale di Cerea, per sollecitare questa scelta, abbiamo deciso di avanzare una richiesta al Ministero dei Trasporti per ottenere l’istituzione della Ztl, la Zona a traffico limitato, per vietare i tir nel centro del paese. Riprendendo e rafforzando l’ordinanza fatta dall’allora sindaco Bonfante a fine anni ’90 e tutt’ora esistente, ma che richiede la presenza della Polizia Municipale. Con le telecamere della Ztl, invece, libereremo i vigili urbani per altre attività.

Altro argomento è il futuro dell’Area Exp ed in particolare della società La Fabbrica Srl, che la gestisce, partecipata dal Comune e messa in liquidazione dal Decreto Madia?

Anche qui, ci siamo trovati con il problema sul tavolo, con il Decreto Madia che prevede lo scioglimento delle partecipate che negli ultimi tre anni hanno avuto un fatturato al di sotto del milione di euro. Abbiamo scoperto che c’è la possibilità di trasformare la società in Fondazione, e stiamo studiando come fare. Entro settembre prenderemo una decisione. Una cosa è sicura, ed è che intendiamo salvaguardare e sviluppare il patrimonio dell’Area Exp, proseguendo nell’azione già avviata con il nuovo vertice de La Fabbrica Srl per riempire sempre più di contenuti quest’area. Inoltre, stiamo progettando il trasferimento nell’area del Distretto sociosanitario, con un ampliamento dei suoi servizi, dalla guardia medica all’assistenza. Sul tema ci siamo già confrontati con l’Ulss 9 ed entro breve presenteremo in Regione il progetto definitivo.

Tra i servizi a cui avete messo mano c’è la Biblioteca comunale, sulla quale però siete stati attaccati dalle minoranze con accuse di voler mettere la cultura sotto controllo?

Io credo che in consiglio comunale o non siamo stati capiti, o non ci siamo spiegati bene. Non c’è nessun obbiettivo “autoritario” sulla cultura a Cerea. Lo scopo della scelta fatta, che è di dar vita ad un gruppo di “amici” della biblioteca, era ed è di creare più coinvolgimento possibile di cittadini nella vita della biblioteca. Per questo abbiamo chiesto a tutte le scuole ed a tutte le istituzioni culturali del paese di indicare dei nomi per costruire questo gruppo. Tengo a sottolineare che anche prima esisteva un comitato di gestione della biblioteca, ed era sempre consultivo. Le decisioni spettano sempre all’amministrazione comunale, perché i fondi che sostengono la biblioteca sono del Comune. Sulla cultura non farò mai delle scelte politiche].

[ Il Nuovo in collaborazione con Primo Giornale ]