A meno di un mese dalla sigla del protocollo di cooperazione tra il Consorzio tutela vini Valpolicella e la Repressione Frodi (ICQRF Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi dei prodotti agro-alimentari.Ndr) del Ministero Politiche Agricole sono state inviate già 115 diffide ad altrettanti siti web, sia nei Paesi terzi che in Europa. Lo annuncia il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello, definendolo «un risultato importante ma non sorprendente, vista la proliferazione dei falsi made in Italy illustrata oggi dal ministro Gian Marco Centinaio in sede di Commissione Agricoltura congiunta di Camera e Senato».
La task force anticontraffazione è stata avviata agli inizi di luglio dall’ICQRF, in collaborazione con il Consorzio e a difesa delle denominazioni che insistono sul territorio scaligero. In particolare, sono state inviate alle autorità le notifiche per 115 siti, di cui 50 con dominio canadese, 22 statunitense, 25 del Regno Unito e 5 irlandesi.
«Inoltre – precisa il Consorzio – sono state riscontrate irregolarità anche sui siti di Ebay (cinque) e Amazon (otto)».
«Ben vengano – conclude Bussinello – le indicazioni del ministro per una ancor maggiore attività di controllo a tutela delle denominazioni italiane».
Sono poco più di 60 milioni le bottiglie delle denominazioni del vigneto Valpolicella (Amarone, Recioto, Valpolicella e Ripasso) prodotte lo scorso anno, per un giro d’affari complessivo di 600 milioni di euro, di cui 355 milioni stimati solo per l’Amarone che traina l’export della Dop. L’anno scorso il 68% della produzione di Amarone ha varcato i confini nazionali, con Germania (24%), USA (13%) e Svizzera (11%) quali principali paesi di destinazione.
Foto: a sinistra, un’edizione di Anteprima Amarone alla Gran Guardia, uno dei vini più contraffatti; a destra dall’alto, il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello; il ministro delle Politiche agricole e alimentari, Gian Marco Centinaio.